SETTIMANA 21.02.2011

 

21.02.2011

Cari Lupi, spero che molti di voi raccolgano l'invito ad incontraci nelle acque virtuali di VSK. Nella settimana scorsa finalmente uno dei lupi sardi ha tirato fuori la testa dalla tana e ci siamo divertiti parecchio. Oltre ad Iceman, Cocal, Ray, Magnolia, Tiki, ho visto per un attimo Rocking. Mena, mena, Umberto, torna che facciamo un pò di regate insieme. Donnanuda, Velsheda, Fenis, Virudaka, Parxifal, Storm ma dove siete? A quando una regata insieme? Guardate che se non venite, le pen mi tocca darle sempre a Cocal o Tiki. Vi stiamo aspettando.

La Homepage del sito rimane invariata. Immediatamente qui sotto troverete la previsione meteo della settimana, fino a venerdì. Sabato e domenica saranno pubblicate fra pochi giorni, per una migliore previsione. Prosegue la storia della musica folk salentina. Dopo una rapida escursione sulla geografia e sulla storia del Salento, in questa settimana parlerò del Menadisno del Tarantismo. Sono due fenomeni rituali che hanno in comune la musica ed il ballo. Sono in un certo senso il nonno ed il padre della "taranta" e della "pizziza pizzica". Ho anche inserito un famoso brano musicale, diventato patrimonio della cultura popolare salentina. Si chiama "Kalinfta", ed è eseguito da tre diversi gruppi musicali, con tre stili di lettura diversi. Fatemi sapere quale vi piace di più. A fine articolo c'è un indirizzo per accedere direttamente al forum dove postare i vostri commenti.

Buon vento Orione

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PREVISIONE METEO

Situazione (lunedì 21, ore 14): la corrente a getto (quella che scorre a 5500 mt e motore del meteo a bassa quota) ruota intorno ai due centri motori di alta pressione (su Azzorre) e bassa pressione (su Polonia). L'Italia, che si trova in mezzo a questi due centri, in realtà sente molto l'area di bassa della Polonia che quindi determina un meteo non certo bello. A bassa quota infatti il nucleo di bassa pressione è posizionato su Bari con 1005 mbar, mentre a Milano la pressione diventa 1012 mbar, appena un pò sopra la media. La circolazione del vento è tipicamente antioraria, come in tutte le basse pressioni. Quindi tramontana F3 su alto tirreno, maestrale F6 su mare di Sardegna ed F3, F5 su tirreno centrale , maestrale F5 su canale di Sicilia, ponente F5 su tirreno meridionale e ionio calabro, libeccio F4 su alto ionio, scirocco F6 su canale d'Otranto, grecale F3, F4 su adriatico. Nuvole ovunque, escluso Piemonte, Liguria e sud Sicilia. Pioggie su centro sud, particolarmente su Bari. Nevicate su Alpi centrorientali e sull'Appennino centrale sopra i 1100 metri. Temperature comprese tra 7°C a Milano e Senigallia, 10°C ad Oristano e 13°C a Lecce.

Tendenza della settimana: settimana piuttosto bruttina. La corrente a getto manda aria fredda proveniente dal polo direttamente sull'Italia, mantenendo vivo il nucleo di bassa al sud ma spazzando le nubi al nord con bel tempo. Le temperature ovviamente caleranno abbastanza. Ecco il dettaglio. Martedì, ore 14: l'aria fredda proveniente da nord, mantiene condizioni di bassa pressione sull'Italia. Il centro di bassa si sposta verso la Grecia (1005), e la pressione al nord rimane a 1012 mbar , mentre a sud risale da 1005 a 1007. Tramontana F3 su mar di Sardegna e tirreno, maestrale F3 su canale di Sicilia, tramontana F3 su adriatico. Nuvole su Sardegna, e versante orientale dell'Italia. Pioggie su Italia centrale e meridionale e Sardegna. Nevicate su Alpi centrorientali a quote di 900 mt. ed Appennini centromeridionale a quote da 700 a 1000 mt. Temperature comprese tra 6°C a Senigallia, Milano e 10° a Lecce ed Oristano. Mercoledì, ore 14: ad alta quota continua l'afflusso di aria fredda sul nord Italia. A livello del suolo il centro della bassa pressione rimane su Malta con valore di 1004 mbar. In italia la pressione è compresa tra 1007 in Sicilia e 1022 a Milano. Venti di tramontana F3 su golfo ligure ed F4 su mar di Sardegna, tramontana F5 F6 su tirreno occidentale e canale di Sicilia, grecale F3 su tirreno meridionale, grecale F6, F7 su ionio, grecale F5 sulle coste adriatiche. Copertura nuvolosa su Sardegna, val padana ed Italia centromeridionale, con pioggie residue nel sud ed in Sicilia. Nevicate su Alpi occidentali e centrali a quota 1600 mt ed orientali a quota 1100 mt. Nevicate su Appennino centromeridionale quote basse 600-1000 mt. Temperatura 4°C a Milano e Senigallia, 10°C ad Oristano e Lecce. Giovedì, ore 14:ad alta quota nulla cambia. arriva aria molto fredda dal nord europa. a bassa quota il nucleo di bassa rimane in loco nello ionio, a 1002 mbar. La pressione in Italia varia da 1012 al sud e 1022 al nord. I venti al nord e su mare di Sardegna si calmano ad F3, sempre dai quadranti settentrionali. In tutti gli altri mari i venti rimangono sempre da nord con intensità F5,F6. Nuvole solo su estremo sud con pioggie. Nevicate sugli Appennini meridionali e Sicilia a quote di 600, 800 mt. Temperatura compresa tra 5°C a Milano e Senigallia, 8 a Lecce e 9°C ad Oristano. Venerdì, ore 14: ad alta quota l'aria fredda comincia a venire da nordest, mantenendo il brutto tempo in bassa Italia. A bassa quota il nucleo di bassa si sposta nell'egeo. In Italia la pressione varia da 1014 al sud a 1023 mbar al nord. Venti da nord F3 su mar di Sardegna , F5 su Sardegna orientale, di nuovo F3 su tirreno, e canale di Sicilia sotto costa. tramontana F6 su ionio, F4 coste adriatiche. Nuvole su estremo sud con scarse pioggie residue. Nevicate su Appennino meridionale a quote di 800 mt. Temperatura di 7°C a Milano, 4° a Senigallia, 11° ad Oristano e 9°C a Lecce. Sabato, ore 14: sarà fata nei prossimi giorni Domenica, ore 14: sarà fatta nei prossimi giorni.

Giovedì 24.02.2011

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La musica folk salentina – Il tarantismo

Finalmente, dopo una sintesi della geografia e della storia del Salento, possiamo parlare di musica popolare salentina. Ma come nasce questa musica?  Anche qui occorre fare un piccolo salto indietro nel tempo. La ”pizzica pizzica” salentina è sostanzialmente una tarantella. La tarantella è la musica ideata ed usata per curare le persone “tarantate” cioè pizzicate dal ragno tarantola (Lycosa tarentula). La tarantella deriva dai riti dionisiaci delle Baccanti o Menadi, cioè delle donne che invasate da Bacco ed inebriate dal vino, cantavano e danzavano ad un ritmo sfrenato che riusciva a possedere il loro corpo e la mente. Due parole quindi sul “Menadismo” e sul “Tarantismo”, due fenomeni rituali della Magna Grecia e del Medioevo salentino.

Nell’antica Grecia esistevano parecchi riti di possessione, cioè cerimonie pubbliche, nelle quali gli adepti in trance manifestavano attraverso gesti e passi di danza la possessione del dio. In quella società patriarcale, le donne erano escluse da questi importanti riti, perché considerate in posizione subalterna agli uomini. Le donne potevano partecipare solo ai riti degli dei femminili, che avvenivano senza la presenza degli uomini. Eccezione a questa regola i riti in favore di Dioniso, che non era neanche un dio, ma solo il figlio di Giove e Semele, principessa tebana, nato peraltro dalla coscia di Giove  dopo che Semele morì fulminata (ma questa è un’altra storia). Quindi Dioniso non era un classico maschio, nato da una donna. Ai suoi riti quindi partecipavano le donne, e gli uomini se mascherati da satiri, cioè creature selvagge dei boschi. Dioniso, era protettore del vino che serviva appunto a liberare la mente ed il corpo dalle costrizioni che la società imponeva alle donne, figlie , spose, e madri. Nei suoi riti le donne o “Menadi” fuggivano dalle case, luogo di costrizioni e divieti, per andare nelle radure dei boschi, dove, inebriate dal vino, diventavano finalmente libere,  perdevano le inibizioni ed entravano in contatto con l’energia primordiale posseduta dalle piante e dagli animali selvatici.

Menadi o Baccanti

I canti ed i balli eseguiti con ritmo frenetico ed ossessivo erano il mezzo per raggiungere l’”estasi” (uscir fuori da sé, in greco) e l’”entusiasmo “( il dio è dentro di te, in greco). Catturavano un animale selvatico e lo sbranavano ancora caldo e sanguinante per acquisire la sua forza vitale. Gli uomini non a caso erano travestiti da satiri. Erano accettati al rito solo come espressione della forza primitiva e selvaggia del sesso, escludendo completamente la parte razionale dell’uomo e del maschio, e comunque erano subalterni alle donne, che comandavano le danze. Gli strumenti musicali tipici erano tamburello, flauti, nacchere e lira. Le melodie erano molto semplici, per la prevalenza delle percussioni, che avevano un effetto ipnotico e taumaturgico. I Romani, subentrati nel Salento, nello loro logica maschilista e quindi razionale, cercarono di limitare questi aspetti violenti, osceni, sessuali ed isterici. Per inciso,  “isteria” è vocabolo greco che deriva da utero, cioè è caratteristica femminile. Non ci riuscirono completamente, ma certamente limitarono le forme più esagerate del rito, che cominciò ad essere più simbolico che reale, sia nel sacrifico dell’animale selvatico, che nel rapporto sessuale.

 Nessuna altra notizia per secoli, poi si assiste alla nascita del “Tarantismo”, che, secondo la credenza popolare, era una malattia provocata dal morso del ragno della taranta. La malattia provocava uno stato di malessere generale – dolori addominali, stato di catalessi, sudorazione, palpitazioni – e una sintomatologia psichiatrica simile ma distinta dall’epilessia. Fin dal medioevo si connotò come fenomeno religioso; visse un periodo felice nel XVIII secolo per declinare nel XIX secolo. Come tutti i rituali magici e superstiziosi, anche a questa superstizione si cercò di dare una giustificazione cristiana. Si spiega così il ruolo di San Paolo, protettore dei “pizzicati”, che li poteva guarire. Infatti, sempre per la tradizione, San Paolo guarì dal morso di un serpente velenoso, nell’isola di Malta, proprio prima di approdare nel Salento. Il tentativo di cristianizzare il tarantismo non riuscì completamente. Infatti nei loro balli le tarantate esibivano comportamenti osceni, mimavano rapporti sessuali, mostrando impudicamente le parti più intime del loro corpo, e potevano  orinare sugli altari; per questo motivo, la chiesa di San Paolo di Galatina, dove i tarantati venivano condotti a bere l’acqua sacra del pozzo della cappella, venne sconsacrata, e San Paolo da santo protettore degli avvelenati cominciò ad essere ricordato, presso il popolo, come il santo della sessualità. Cosa evidente nelle canzoni della pizzica.

Chiesa di San Paolo a Galatina, protettore dei tarantati

Il fenomeno del Tarantismo si è andato progressivamente estinguendo ed è sopravvissuto esclusivamente in determinate zone del Salento. Contro questo tipo di malattia l’unica reale ed efficace terapia sembrava essere il ballo della taranta, il cui nome deriva dalla città di Taranto o dal fiume Tara, vicino Taranto; questo esorcismo ha inizio quando il tarantato o la tarantata avverte i primi sintomi del Tarantismo e chiede che vengano i musicisti a suonare la pizzica.Generalmente il malato era una donna, per la sua maggiore presenza nelle campagne. Al suono della musica lei comincia a scatenarsi in una danza sfrenata che, in questa fase del rito serve, a determinare da quale tipo di taranta è stata avvelenata . Dopo questa fase diagnostica comincia una fase “cromatica” in cui la tarantata viene attratta dai vestiti delle persone da cui è circondata (spesso dai fazzoletti legati ai tamburelli), il cui colore dovrebbe corrispondere al colore della taranta che ha iniettato in lei il veleno. Tale attrazione viene manifestata a volte in modo violento e aggressivo. Il perimetro rituale non era solo circondato da fazzoletti colorati, ma anche da cose richieste esclusivamente dalla persona tarantata che potevano essere tini ricolmi d’acqua, vasi di erbe aromatiche, una fune, una sedia ecc. Inizia quindi una fase coreutica, cioè di danza, in cui la tarantata evidenzia sintomi di possessione di natura epilettoide, depressiva - malinconica, e pseudo – stuprosa; durante questa fase l’ammalata si abbandona a convulsioni, assume delle posture particolari con le quali si isola dall’ambiente circostante e può assumere atteggiamenti che ricordano quelli della taranta stessa.

Tarantata o "pizzicata"

La tradizione del Tarantismo è in qualche modo sopravissuta sino ai giorni nostri con la messa – esorcismo del 29 giugno nella chiesa di San Paolo di Galatina. Tuttavia sono andati progressivamente scomparendo i momenti di partecipazione collettiva e diminuisce sempre di più il numero di persone che si recano alla chiesa per dare luogo al rituale. Il contesto in cui avviene l'esorcismo del resto è radicalmente cambiato: non è più la comunità contadina riunita a condividere la stessa esperienza culturale ma piuttosto solo una folla di curiosi e visitatori che con il rito hanno poco da spartire. Mentre in passato i tarantati arrivavano nei carri, oggi essi sono trasportati in automobile e scendono a pochi metri dall'ingresso della chiesa; prima di entrare nella cappella viene svolto un breve rituale davanti alla chiesa, mentre i parenti degli ammalati impediscono ai curiosi di scattare fotografie e girare filmati. Il rito all'interno della cappella non è pubblico ma aperto soltanto ai parenti stretti. L'esorcismo dura comunque pochi minuti, come ulteriore prova della disgregazione culturale di tale tradizione.

Altra tarantata

E’ interessante osservare come, nel corso dei millenni, eventi e fenomeni che sono le caratteristiche principali di una civiltà, provengano dalla riutilizzazione di miti e leggende più vecchie re-interpretate in maniera diversa alla luce di differenti culture e differenti usanze.  La musica coi suoi ritmi e le sue melodie è comunque l'elemento comune e predominante di questi due fenomeni, menadismo e tarantismo.

La prossima volta parlerò specificatamente della pizzica, ma ora iniziamo ad ascoltare alcune canzoni popolari. Comincerei con una serenata scritta nella seconda metà del 1800 da Vito Domenico Palumbo, nato nel 1854 a Calimera (LE), uno dei paesi di lingua greca. Per inciso Calimera significa Buongiorno. Celebre umanista, linguista e poeta, fu uno dei massimi studiosi della lingua greca salentina. Raccolse un ricchissimo repertorio di materiale nei suoi "quaderni", fra cui decine e decine di fiabe e centinaia di poesie e canti da tutta la Grecìa Salentina. Il brano, scritto in grecanico, è una struggente serenata d'amore che un innamorato - affacciato alla propria finestra - canta alla propria amata, mentre pensa intensamente a lei. Sebbene l'uomo nutra un profondo sentimento per lei, portandola sempre nel cuore ovunque vada, l'amore non è minimamente corrisposto. Ciò causa in lui una profonda e intensa sofferenza.  E’ il brano più conosciuto tra i tanti della pizzica. Ed è diventato patrimonio culturale salentino ed elemento di identificazione. Lo suonano tutti, purtroppo anche quelli che non c’entrano niente con la pizzica, come Van De Sfross che lo strazia in maniera immonda, inventandosi impunemente anche le parole che non si ricorda, tanto nessuno lo capisce; o come gli Apres La Class che l’hanno “modernizzato”, riempiendolo di ritmi e di moderno "rumore elettronico", tanto che è diventato un vomito cosmico.

Ecco il testo con la traduzione del brano "KALINIFTA"

KALINIFTA
Ti en glicèa tusi nitta, t’en orria
ce vò e' pplonno pentsèonta ss'esena,
ce ttu mpi'sti ffenestra-su, agàpimu,
tis kardia-mu su nitto ti ppena.
Ritornello:
Larilo' larilo' lalleru, larilo' larilo' lalla'
larilo' larilo' lalleru, lalla' lalla' lalla'
larilo' larilo' lalleru, larilo' larilo' lalla'
larilo' larilo' lalleru, lalla' lalla' lalla'.


Ce vo' panta ss'esena pentseo,
jatì sena, tsichì-mmu, agapò
ce pu pao, pu sirno, pu steo
sti kardìa-mu panta sena vastò.
Ritornello:


Ce sù mai m'agàpise, òria-mu,
ce ssu pònise mai pu se mèna;
mai c’ìttoria chilisu 'en’enifse
na mu pì loja agapi vloimèna!
Ritornello:


T'asteràcia pu panu me vlèpune
ce m'o fengo frifizzun nomèna
ce jelù ce mu lèone: ston ànemo
ta traùdia pelisi, i chamèna.
Ritornello:


Kali nìtta! S’efinno ce pao,
plàja sù ti 'vò pirta prikò,
ma pu pao, pu sirno, pu steo
sti kardìa-mu  panta sena vastò
Ritornello:
Ritornello:

BUONA NOTTE
Com'è dolce questa notte, com'è bella 
e io non dormo pensando a te, 
e qui dietro alla tua finestra, amore mio,
del mio cuore ti apro le pene.
Ritornello:
Larilo' larilo' lalleru, larilo' larilo' lalla'
larilo' larilo' lalleru, lallà lallà lalla'
larilo' larilo' lalleru, larilo' larilo' lalla'
larilo' larilo' lalleru, lallà lallà lalla'.


Io sempre a te penso, 
perchè te, anima mia, io amo 
e ovunque io andrò, vagherò, starò
nel cuore sempre te porterò. 
Ritornello:


Eppure tu non mi hai mai amato, bella,
nè mai avesti pietà di me;
mai apristi le tue belle labbra
per dirmi dolci parole d'amore!
Ritornello:


Le stelle da lassù mi guardano,
e con la luna bisbigliano di nascosto
e ridono e mi dicono: al vento 
butti le canzoni, sono perdute.
 
Ritornello:


Buonanotte! Ti lascio e fuggo via
dormi tu che io sono partito triste,
ma ovunque io andrò, vagherò, starò,
nel cuore sempre te io porterò.
Ritornello:
Ritornello:

La cosa da notare è la struttura del brano. Ad una prima parte medolica e triste, che racconta il testo della poesia, segue sempre un ritornello allegro e ritmico. La pizzica è sempre orientata al ballo e al ballo allegro e spensierato, piuttosto che al canto. In molte canzoni poi, il ritmo, lento all'inizio, aumenta nella parte finale per arrivare ad un finale vorticoso, dove è impossibile star fermi con la mano o col piede.  Qui propongo, in ordine crescente, le tre versioni che preferisco. Ascoltateli con davanti il testo scritto qui sopra, anche se le tre versioni cantano non tutti i versetti.

Quella dei "Ghetonia" è una semplice e pulita  rappresentazione tradizionale. L’ho scelta proprio perché non ha molte influenze moderniste ed è rispettosa della tradizione contadina. In questa la parte melodica e triste prevale su quella ritmica. Anche gli strumenti sono quelli classici della musica popolare. Si sente respirare proprio l'aria di una piccola comunità paesana che festeggia intorno ad un fuoco. Cantano solo i versetti 1, 2 e 3.

...Ghetonia.

 

La seconda è quella suonata dagli "Αλλα βυα", un gruppo di Casarano. Qui già entra un pò di moderno, con la chitarra elettronica, ma poi l'esecuzione è fedele. In questa esecuzione il ritmo prevale sulla parte melodica. Nonostante che il testo sia triste, ci si ricorda che le persone vogliono ballare ed ecco il ritornello sempre più veloce. Nel video si può vedere anche come la gente segua questa canzone.

......Αλλα βυα

 

Molto bella anche la versione dell’Officina Zoè dove c’è una cantante, Cinzia Marzo, con una voce che personalmente mi affascina, veramente meravigliosa! Questa versione è in sirtaki, in onore della lingua grecanica, ma è pur sempre suonata a mò di pizzica. La parte ritmica qui diventa predominante sulla melodia. Ha un crescendo finale irresistibile. I gruppi musicali salentini, quando si esibiscono fuori dal Salento, fra persone che poco conoscono la pizzica, generalmente suonano Kalinifta alla fine del concerto, e così riescono a far ballare tutti quanti, anche se non salentini.

.....Officina Zoè

A voi quale versione piace di più? Fatemelo sapere nel forum, nella Taverna dei Lupidimare, se volete..

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Orione

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